giovedì 28 maggio 2015

Oggi recensiamo...Chi manda le onde di Fabio Genovesi (Stregathon)

Ma ciao a tutti, miei cari lettori!
Oggi sono qui per parlarvi del secondo libro che ho letto per il progetto Stregathon: Chi manda le onde di Fabio Genovesi. Terza fatica letteraria (per quanto riguarda la narrativa) di questo giovane autore toscano, è senza dubbio un buon libro dal punto di vista sentimentale, ma dal punto di vista stilistico/contenutistico, per quanto mi sia piaciuto, devo ammettere che presenta numerosi difetti. Ma andiamo più nel dettaglio, per capire meglio ciò di cui parlo...
Titolo: Chi manda le onde
Autore: Fabio Genovesi
Editore: Mondadori
Prezzo: 19 euro
Pagg: 391p.


Il libro racconta della storia di Luna, Zot, Serena, Rambo, Marino e Sandro, che non potrebbero essere più diversi tra loro, ma che sono tutti accomunati dalla conoscenza di Luca, un ragazzo speciale, la cui morte li porterà, come fosse una forza centripeta a stringersi, avvicinarsi e trovare conforto, anche in modo non propriamente convenzionale, l'uno nell'altro.

La storia è espressa prima di tutto dal punto di vista di Luna, ma poi si inserisce la narrazione in terza persona dei sentimenti di Serena e di quelli di Sandro. I personaggi sono ben delineati e soprattutto, il lettore non fa alcuna fatica ad empatizzare con loro, sia nel bene che nel male. Come ho già accennato, sul piano strettamente umano, questo libro mi è piaciuto moltissimo, ricordandomi a tratti Acciaio della Avallone e trasportandomi in Toscana, a Forte dei Marmi, con la sua narrazione scorrevole, piana e semplice.
E allora, vi chiederete voi, perché non assegnare cinque stelle e tifare perché finisca almeno nella cinquina finalista dello Strega?
Il motivo principale è uno: l'autore, nel desiderio di parlare di situazioni problematiche, ne inserisce troppe, finendo per non scendere in profondità in nessuna di esse. Dalla diversità fisica di Luna, la bimba albina, a quella caratteriale di Zot, che sembra essere uscito dal secolo scorso; D all'abbandono genitoriale, declinato nella depressione di Serena che dopo la morte del figlio inizia ad ignorare Luna e in Zot che viene miseramente lasciato da un nonno adottivo che almeno apparentemente non lo vuole all'irrealizzazione personale degli adulti che, nel bene o nel male, arrivano alla metá della loro vita con la sensazione (che forse è un vero e proprio dato di fatto), di non aver combinato nulla. Per non parlare poi di bullismo, morte e persino la crisi economica (e per chi avesse letto il libro mi riferisco al bizzarro ritrovamento che Sandro e Rambo fanno nel freezer di Marino). Insomma la carne messa a fuoco è tanta, e l'autore per paura che si bruci non la fa cuocere bene, piantando sì, un seme nel lettore, ma non annaffiandolo abbastanza perché possa germogliare.

Concludendo, è un romanzo che consiglierei agli appassionati di narrativa italiana, a chi vuole una storia leggera ma non scialba e a chi ha bisogno di distrarsi da letture più pesanti, di certo però non caldeggio la sua vittoria allo Strega, è un buon libro, ultimamente se ne trovano molti così, e non ha niente di innovativo o speciale che lo renda meritevole del premio letterario più importante in Italia.




La recensione termina qui :)
Mi raccomando fatemi sapere le vostre opinioni!
Lusmore.

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